??) o se quantomeno sono stati tentati da parte del Tarta Club Italia o da parte di altri enti/organi, siano essi pubblici o provati. Leggendo un libro che parla delle hermanni nel loro habitat naturale, sono rimasto sconvolto
leggendo che in Italia, come in Francia, si è ormai arrivati da qualche anno al punto in cui gli esemplari detenuti dai privati, in cattività diciamo, superano di gran lunga il numero degli esemplari wild rimasti in natura, questo sia per i notevoli successi raggiunti dagli allevatori nella riproduzione in cattività (incubazione delle uova, ecc...), ma più per la distruzione dei loro habitat in natura. Ora da ignorante in materia però mi chiedo, perchè le nostre Autorità non tentano la reintroduzione o il ripopolamento (grazie a chi mi spiega in cosa differiscono), laddove gli habitat si sono conservati (prima che sia troppo tardi per gli habitat), di esemplari visitati dalle autorità sanitarie e giudicati sani (prima che sia troppo tardi anche per le ultime selvatiche rimaste), vista la grande abbondanza di esemplari? Sarebbe un modo possibile per "rinfoltire" le ormai scarsissime popolazioni wild rimaste (naturalmente - per rimanere in tema - dopo studi e rilievi genetici sul patrimonio genetico, onde evitare di inquinare le popolazioni esistenti o di sovrapporre sottospecie o bestiole di areali diversi). So di un tizio qui dalle mie parti che ha donato molti baby ad un giardino zoologico (ma non era meglio rilasciarle in natura, ovvio dove non ci sono già altre popolazioni? Ovviamente questo è un dibattito aperto ed è ben accetta la condivisione del punto di vista di chiunque volesse intervenire.
Grazie a tutti quelli che interverranno
