Articolo di Paola Andena per la rivista "Oggi":
San Paolo (Brasile) Aprile 2007
"L'hanno salvata per un pelo,anzi per una squama. I chirurghi dell'ospedale veterinario dell'università Anhembi Morumbi, che sorge nella città di san Paolo, in brasile, non credevano ai loro occhi.
Il 22 marzo si sono trovati di fronte ad un paziente molto particolare; una testuggine terrestre in chiara difficoltà. I veterinari l'hanno subito classificata come Geochelone. Con le femmine che raggiungono i 75 cm, è una delle testuggini più grosse dell'intero Sud America;vive nelle foreste di Colombia, Nicaragua, Bolivia, Venezuela, Panama, Equador e in alcune zone di Brasile e Argentina.
E' una pacifica mangiatrice di verdura, come le testuggini italiane ed europee, e preferisce i luoghi umidi, da cui non si allontana quasi mai.
La testuggine brasiliana, secondo i padroni, si muoveva poco o, meglio, meno del solito. La diagnosi è stata molto rapida: una radiografia ha svelato come le ovaie della testuggine fossero piene, ben sette uova. Ma uova di queste dimensioni, si sono detti i veterinari, avrebbero dovute essere già deposte da tempo.
Come altre testuggini, anche questa depone le uova nella sabbia; ci pensa poi il calor e il sole a schiuderle. Cos'era successo dunque? L'ospite dell'ospedale veterinario era troppo vecchia; per questa ragione le sette uova non riuscivano ad uscire dalla cloaca. L'anziano rettile era in pericolo di vita; le uova anche se con ritmi classici delle tartarughe, correvano il rischio di marcire all'interno del corpo della madre e condurla a morte certa. (...) Nella situazione critica, l'unica soluzione era adottare anche per la testuggine una tecnica "umana": il parto cesareo.
Ma raggiungere le uova non è facile come per una donna; le testuggini, specie quelle molto anziane, sono ricoperte da una corazza dura e spessa che prende il nome di carapace sulla schiena e piastrone sul ventre.
L'intera struttura è costituita da piastre ossee sotto la pelle, unite alle costole allargate ed irrobustite per sostenere il peso (...)
L'unica soluzione per raggiungere le uova era trattare questa corazza come un cranio umano. E quindi usare una piccola ma robustissima sega circolare, per staccare una parte della protezione e giungere agli organi interni. L'anestesia è stata lunghissima, oltre 40 minuti, ma i veterinari se lo aspettavano; i rettili hanno un metabolismo molto più lento di quello degli uomini (...) Addormentata la testuggine, i chirurghi hanno potuto procedere. Una porzione rettangolare del piastrone è stata staccata con delicatezza, sono state raggiunte le ovaie e le sette uova, una alla volta, sono state estratte. L'operazione ha potuto così concludersi. La parte di piastrone che era stata tolta è stata ricollocata al suo posto e incollata con robustissime resine epossidiche. L'intera procedura è durata circa un'ora (...)
Per riprodurre il processo naturale, le uova sono state messe in incubatrice, che qualche giorno dopo ha fatto uscire i piccoli."
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