Geochleone elegans forse gonfie???

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ciccio288
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Messaggioda ciccio288 » dom nov 06, 2005 10:42 pm

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Messaggio inserito da Riccardo

La tartarugha che si "gonfiava" di più è morta quindi a questo punto credo sta cosa sia un problema!

Mi è venuto in mente una cosa comunque...

Visto che spesso queste tartarughe hanno problemi di calcoli, è possibile che la "nostra" acqua sia torppo ricca di calcio???

Ciao ciao



Mi spiace molto V

Ma non dicano tutti di integrare con il calcio (osso di seppia, carbonato di calcio, gusci, ecc.) :I

Mah!!!!

Ciao ;)

Davide
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Messaggioda Davide » dom nov 06, 2005 10:43 pm

Citazione:
Messaggio inserito da Riccardo

La tartarugha che si "gonfiava" di più è morta quindi a questo punto credo sta cosa sia un problema!

Mi è venuto in mente una cosa comunque...

Visto che spesso queste tartarughe hanno problemi di calcoli, è possibile che la "nostra" acqua sia torppo ricca di calcio???

Ciao ciao



Nel tuo primo post parli di una semplice e non ben definita sporgenza della pelle, e tu stesso chiedi se è tutto normale. Non è possibile senza osservare capire esattamente a cosa ti riferisci e valutare il grado di evidenza della cosa, quindi si rischia veramente di parlare a vanvera.

Davide

*eliminato*

Messaggioda *eliminato* » dom nov 06, 2005 10:49 pm

Riccardo se leggi l'articolo di Highfield che ho tradotto ed inserito nel Forum noterai che i problemi di calcolosi per le piccole nei terrari spesso sono dovuti alla errata scelta di un substarto che gli impedisce di regolare sia le temperatura che l'idratazione.
il calcio non centra un tubo, a loro serve per le ossa ecc.
Sono calcoli di urati non espulsi.
Forse per danni alla vescica,
I giornali o il tappetino sintetico sono tassativamente da evitare.
Se non sbaglio eri te Riccardo che tempo fa ti scontrasti con me?
Io asserivo che le tartarughine debbono avere la possibiltà di interrasi e te lo negavi, o ricordo male?
Ripropongo l'articolo.


L’importanza dei microclimi nell’allevamento delle tartarughe.
Un contributo importante alla salute ed al normale
sviluppo dei rettili allevati in cattività

Giovani di testudo kleinmanni sfruttano un microclima in sabbia
Da Andy C. Highfield
I microclimi sono usati da molti rettili ed anfibi per vivere in ambienti altrimenti sfavorevoli regolando così la temperatura corporea e l’equilibrio idrico. Alcuni esempi ben noti di utilizzazione di microclima, sono il rintanamento adottato dalle testuggini e le lucertole degli habitat aridi, quali le tartarughe del deserto (Gopherus agassizii) e le lucertole (Uromastyx), o la strategia di certi rospi che si rifugiano nel fango durante la stagione asciutta.
In ogni caso, l'animale cerca di proteggersi dalle temperature eccessivamente alte o insufficienti e di impedire la perdita eccessiva dei fluidi fisiologici per respirazione ed evaporazione che a, condurrebbero alla morte da disidratazione.

Ci sono più dei microclima che temperatura; il mantenimento di livelli sicuri di idratazione e la riduzione della perdita dei liquidi dalla pelle e dalla respirazione sono importanti sotto ogni punto di vista.
Mentre il ricorrere al microclima è diffuso in natura, in cattività molti allevatori ignorano questa aspetto estremamente necessario ai loro animali. In genere non riescono a comprendere le gravi conseguenze che possono arrecare alla salute per aver privato l'animale dell'accesso agli ambienti adatti in cui la temperatura e l'umidità localizzata possono essere auto regolate ad una giusta gradazione.
Un esempio di come la mancanza dei microclima può essere catastrofica per salute si può trovare nel caso degli alti tassi di mortalità per calcoli alla vescica (pietre formate soprattutto da acido urico) e dell'indebolimento renale generalizzato negli esemplari neonati delle specie Testudo e Gopherus allevati sotto le lampade riscaldanti e su substrati quale i giornali in terrari di vetro. Anche se la dieta e la disponibilità di acqua potabile fresca svolgono un ruolo molto grande nello sviluppo di questa circostanza, l'ambiente è indubbiamente di uguale importanza. Venti giovani testudo Ibera nate in cattività da tre deposizioni differenti sono stati divisi in due gruppi. Il primo gruppo è stato allevato per due anni in un ambiente allestito in grande terrario di vetro, con i giornali come substrato, con riscaldatori di ceramica all’infrarosso ed UV-B emessi da tubi fluorescenti. Basse proteine, una dieta erbivora dell'alto contenuto di fibra basata su alimenti selvatici è stata impiegata in conformità con le raccomandazioni date nel: Tortoise Trust’s, Manuale d'alimentazione delle tartarughe e delle testuggini.

Una testudo algerina neonata semisepoltasi nel substrato descritto, per regolare la temperatura corporea e ridurre la perdite d’acqua per evaporazione.
Un secondo gruppo è stato allevato usando una dieta identica, con illuminazione e riscaldamento identici, ma questo volta in un terrario aperto nella parte superiore e caratterizzato da substrato profondo 7 centimetri formato da sabbia sterile e terriccio al 50%. Con alcuni sassi , piante erbacee e inoltre sono stati inclusi ceppi scavati verso l’interno. E’ stato immediatamente evidente che le tartarughe hanno utilizzato estesamente questo substrato, spesso seppellendosi completamente durante la notte, o quando la temperatura era particolarmente calda. Speculare comportamento osservato dagli esemplari selvatici della stessa specie dove l’attività dei giovani esemplari è stare seppelliti per la maggior parte del giorno emergendo solamente brevemente per crogiolarsi al sole e pascolare.
Questo comportamento conferisce parecchi vantaggi alle testuggini giovani. Lo cela efficacemente da molti potenziali predatori e drasticamente riduce l'evaporazione del vapore acqueo dalla pelle e dalla respirazione (che rappresenta 70% e 30% rispettivamente delle perdite totali da evaporazione). Inoltre risparmia energie, il cui fabbisogno è oltre 80% in più quando è attivo e contribuisce a stabilizzare le temperature corporee in virtù del loro essere in contatto fisico vicino con una massa infinita.

Testuggini adulte adotteranno la stessa strategia, avendo provveduto ad allestire il substrato per poterlo fare.
Le tartarughe allevate sulle superfici piane in cui il rintanarsi non è possibile, d'altra parte, perdono molto rapidamente i liquidi per evaporazione, le loro temperature corporee interne variano molto più ampiamente e più velocemente e tendono ad essere più attive. Questa ultima proprietà non è un fattore positivo poiché l'aumento principale dell'attività è indirizzata all'alimentazione. Gli animali che sono allevati in queste circostanze quindi tendono a svilupparsi più velocemente e quindi sono molto più suscettibile alle carenze di minerali ed oligoelementi per lo sviluppo, particolarmente quelli coinvolti nella MBD, o malattia metabolica delle ossa. In questa prova, il gruppo allevato sul substrato del giornale dopo 18 mesi ha raggiunto un formato medio più grande del 38% di quelli allevati sul substrato mix di sabbia e terra e il loro rilascio dei precipitati di acidi urici era inoltre visibilmente più grande del secondo gruppo, indicante il loro accumulo maggiore di proteine ed il loro livello più basso di idratazione.

Raggi X che rivelano un calcolo enorme
Dopo 24 mesi, il primo caso di un calcolo nella vescica è stato notato nel gruppo allevato sul substrato non scavabile per l’interramento. Nessuna tartaruga allevata sul terreno misto ed il substrato di sabbia, in cui rintanarsi è stato possibile, ha sviluppato tali problemi. Successivamente, più di 60 subadulti di parecchie specie, comprese testudo kleinmanni, testudo graeca, testudo ibera ed Geochelone pardalis sono stati elevati per 4 anni usando i substrati che hanno consentito l'accesso ai microclimi. Non uno di questi animali ha sviluppato i problemi renali o calcoli alla vescica. Lo sviluppo è relativamente lento e lo sviluppo del carapace è molto regolare ed esente dalla piramidalizzazione.
Ciò è segno di quanto incida nello sviluppo e nell’insorgere di patologie osservate in animali allevati in terrario con substrati che non consentono di rintanarsi.
Si può supporre che il ricorrere ai microclimi sia caratteristico delle sole specie desertiche, questo non è vero. Molte specie delle foreste temperate e tropicali fanno vasto uso delle opportunità di microclima che esistono sotto i cumuli di foglie cadute, per esempio. Altri si interrano in terra umida, o sotto ceppi in semidecomposizione.

Le tartarughe scatola americane inoltre usano i microclimi umidi
Nel progettare la sistemazione per queste specie, quindi, la selezione dei substrati adatti è importante altrettanto come è per le specie dell'habitat desertico. Dove le disposizioni di microclima non sono previste, i problemi sono una possibilità reale.

Un habitat adeguato per l’allevamento della Terrapene
Ulteriori letture:
Scelta del substrato - funzioni pratiche di scelta del substrato
Alimentando la - consiglio dietetico completo
Evitando i problemi con le tartarughe scatola - consiglio generale sulle Terrapene

(c) A. 2001-2002 C. Highfield




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Messaggio inserito da Riccardo

La tartarugha che si "gonfiava" di più è morta quindi a questo punto credo sta cosa sia un problema!

Mi è venuto in mente una cosa comunque...

Visto che spesso queste tartarughe hanno problemi di calcoli, è possibile che la "nostra" acqua sia torppo ricca di calcio???

Ciao ciao


Riccardo
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Messaggioda Riccardo » mer nov 09, 2005 12:26 am

Premetto che ho fatto solo supposizioni sia sul grado di gonfiore che sul problema calcio dell'acqua! Non ho dato niente per certo!

Il substrto delle elegans è stato sempre torba.

Se ti ricordi bene tartarock io non sconsigliavo la terra ma sostenevo e sostengo tuttora che per pulizia e per tenre sempre sott'occhio le baby se defecano,(quella volta si parlava di baby testudo hermanni) sia molto meglio usare carta di giornale!

Una volta che si sa con certezza che le tartarughe mangiano e difecano tutte, si possono tranquillamente mettere su torba, basta purlirle più spesso!

Ultimamente invece ho sentito più voci "fidate" che, come hai detto tu, sconsigliano il calore dal basso per le tartarughe! Ora sposto il tappetino all'elegans! :)



Ciao ciao

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Messaggioda Marco22 » mer nov 09, 2005 9:08 am

Perchè bisognerebbe evitare il calore dal basso per le tarte??

Riccardo
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Messaggioda Riccardo » mer nov 09, 2005 9:20 am

Fondamentalmente c'è scritto nell'articolo tradotto!

Per i microclimi! In natura il calore no viene da sotto!

Ciao

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Messaggioda DelorenziDanilo » mar dic 20, 2005 3:10 am

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Messaggio inserito da Marco22

Ho lo stesso problema di Riccardo e sempre con una elegans: quando si ritrae dentro al guscio le esce fuori un pò di pelle chiara e sembra che non riesce a ritrarsi dentro al guscio completamente....per il resto mangia normalmente...è normale? Cosa dovrei fare?




Allora.. dopo ricerche e tante richieste di pareri a molti veterinari (la maggior parte dei quali rispondeva niente di preoccupante) finalmente ho capito il problema del gonfiore sottocutaneo.

ovviamente non è sempre così facile capire di cosa si tratta, nel senso che non tutti i gonfiori dei tessuti molli sono causati da questo fatto, ma quell'effetto che dà l'idea che la tarta sia "piena di aria" come generalmente si usa dire è causato dai CLOSTRIDI, parassiti che formano della CO2 (sotto forma di gas) che rimane all'interno dei tessuti.
A lungo andare (dopo tempi più o meno lunghi a seconda della gravità) l'animale è destinato quasi sempre alla morte.

Quindi in caso notiate sintomi del genere sapete cosa far cercare al veterinario (dato che molti di questi non hanno tanta esperienza sui rettili).. quindi quando il veterinario non sa il fatto suo in tema di rettili provate a mettergli "la pulce nell'orecchio" ..probabilmente alla fine saprà ugualmente aiutarvi!





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Riccardo
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Messaggioda Riccardo » mar dic 20, 2005 10:09 am

Come si curano?

Ciao caio

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Messaggioda DelorenziDanilo » mar dic 20, 2005 4:31 pm

il veterinario mi ha consigliato (PURTROPPO) il solito baitryl, 0.2ml/kg per 5 giorni.. dopodichè vediamo se il problema persiste.

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Messaggioda DelorenziDanilo » mar dic 20, 2005 4:33 pm

PS: il baitryl allungato con fisiologica (almeno fare 50 e 50...cioè per esempio ad un animale di 500grammi prelevare 0.1ml di baytril e allungarlo con altrettanto di fisiologica) per non bruciare i tessuti che già hanno dei problemi.

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Messaggioda Miriam » mar dic 20, 2005 5:40 pm

ho riscontrato il problema sulle mie piccole pelusios. però devo dire che non è costante. In quanto alcuni periodi sono più gonfie, altri meno.
8)

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Messaggioda DelorenziDanilo » mar dic 20, 2005 9:20 pm

si.. i clostridi non producono gas in modo costante..la cosa è variabile (sempre se anche nel tuo casi si tratta di questi parassiti quì!)

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Messaggioda mariaflorio1@virgilio.it » ven dic 23, 2005 1:29 am

Una delle mie sulcate oltre al gonfiore della pelle ha anche un gonfiore sotto gli occhi tipo borse che si notano solo quando sono chiusi e quindi credo non dipenda da questi parassiti che producono CO2 voi che ne dite?
Prima di portarla dal veterinario che mi frega minimo 50€ solo per guardarla vorrei capire se c'è davvero un problema perchè la tarta svolge normalmente tutte le sue attività.

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Messaggioda DelorenziDanilo » ven dic 23, 2005 2:19 am

allora prima cosa cerchiamo di non fasciarci la testa.. non è che dopo questo post tutti i gonfiori sono causati da clostridi.
Lunica soluzione per avere certezza di quale sia il problema è un esame.
Il problema che il veterinario ti frega 50 euro per guardarla è perchè è un ladro.
So bene che è cos', non per niente ne ho girati parecchi prima di trovarne uno onesto oltre che valido.

(uno mi ha chiesto 120 euro per fare esami delle feci e prescrivere il panacur..non faccio nomi anche se ne avrei una gran voglia...)

comunque in alternativa (se nella tua zona i veterinari sono tutti ladri) puoi rivolgerti anche ad un istituto zooprofilattico (che non è dove fanno i preservativi :D) e con cifre "decenti" fanno le verifiche che vuoi (puoi cercarne uno su www.paginegialle.it per esempio a seconda della tua zona.

Diversamente..l'unica è chiedere la spesa prima di dare l'animale in mano al veterinario.. altrimenti una volta che gli hai "dato il lavoro" può fregarti facilmente se è uno un po ladro..

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Messaggioda adriana1 » sab dic 20, 2008 5:48 pm

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Messaggio inserito da DelorenziDanilo

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Messaggio inserito da Marco22

Ho lo stesso problema di Riccardo e sempre con una elegans: quando si ritrae dentro al guscio le esce fuori un pò di pelle chiara e sembra che non riesce a ritrarsi dentro al guscio completamente....per il resto mangia normalmente...è normale? Cosa dovrei fare?




Allora.. dopo ricerche e tante richieste di pareri a molti veterinari (la maggior parte dei quali rispondeva niente di preoccupante) finalmente ho capito il problema del gonfiore sottocutaneo.

ovviamente non è sempre così facile capire di cosa si tratta, nel senso che non tutti i gonfiori dei tessuti molli sono causati da questo fatto, ma quell'effetto che dà l'idea che la tarta sia "piena di aria" come generalmente si usa dire è causato dai CLOSTRIDI, parassiti che formano della CO2 (sotto forma di gas) che rimane all'interno dei tessuti.
A lungo andare (dopo tempi più o meno lunghi a seconda della gravità) l'animale è destinato quasi sempre alla morte.

Quindi in caso notiate sintomi del genere sapete cosa far cercare al veterinario (dato che molti di questi non hanno tanta esperienza sui rettili).. quindi quando il veterinario non sa il fatto suo in tema di rettili provate a mettergli "la pulce nell'orecchio" ..probabilmente alla fine saprà ugualmente aiutarvi!





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la mia elegans ha le zampe di dietro molto meno gonfie di questa, ma lo stato è simile. IL veterinario a cui mi sono rivolta stamani per le feci, mi ha detto stasera che sono negative, quindi niente tenia( almeno per lui)e mi ha consigliato di dare Baytril. Dopo aver letto tutto quanto era stato detto sopra ho chiesto se potevo diluire con Ringer lattato, ma mi ha detto che non era necessario. Cosa mi consigliate?


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