Tarta-Newsletter del 25 febbraio 2012

massimiliano
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Re: Tarta-Newsletter del 25 febbraio 2012

Messaggioda massimiliano » mar mar 27, 2012 7:31 am

piecam ha scritto:in modo da evitare al massimo il rischio che detti animali vengano incautamente rilasciati per la disperazione. E Ti garantisco che ce ne sono tanti, anzi, secondo me è già troppo tardi.


concordo.
ricordiamoci cosa successe nel 92-95, quando anche sul telegiornale rai spiegavano cosa fare per mettere in regola le tarte.
l'impegno era minimo, solo una lettera , cionostante pochi si sono messi in regola, tanti se ne sono fregati, alcuni hanno liberato le tarte.
non so voi ma io l'unica tarta in "natura" l'ho vista proprio in quel periodo: in città in giro per la strada.
sta risuccedendo la stessa cosa.

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tartamau
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Re: Tarta-Newsletter del 25 febbraio 2012

Messaggioda tartamau » mar mar 27, 2012 8:52 am

L'uso delle fonti è regolato dalla Cites, che è un organo sovranazionale. Poi ci sono i vari stati che sulla base di ciò decretano propri regolamenti, solitamente più restrittivi.
Infatti L'Europa ha passato molti animali di seconda appendice in allegato A.
Nel regolamento in essere, ma ho notizie ufficiose che probabilmente qualcosa verrà rivisto, le definizioni di C e D si differenziano per lo scopo commerciale. Di fatto le raccomandazioni della Cites mondiale sono altre. Allego un estratto ed il link al documento ufficiale dove si fa espresso riferimento al fatto che la fonte D può essere data solo a allevamenti riconosciuti (quindi iscritti a livello centrale mondiale) di animali iscritti in I appendice. Non è per contraddirti Pietro, è quanto decretato a livello mondiale e raccomandato, cioè un codice universale, come lo sono le unità di misura, al fine di avere in tutto il mondo la stessa interpretazione. Ecco, qui si notano alcune lacune nella stesura del documento. Per onestà devo dire che la cosa mi è stata fatta notare da un tecnico del Ministero quando gli ho chiesto la reale differenza tra le due fonti.

d) Retention of D provides additional data on commercial trade in Appendix-I species, including
whether Appendix-I animals are from registered breeding operations.

http://www.cites.org/common/com/AC-PC/P ... -Doc01.pdf

Infatti a leggere bene il regolamento europeo e come viene poi applicato in tutta Europa, ai fini del commercio e della commerciabilità non c'è nessuna differenza tra le due fonti. Non è un problema di Autorità di Gestione, ma di mancanza di fondamentali in chi ha ripreso certe definizioni. Guarda caso tutte le altre coincidono e solo questa diverge. Immagina che a me hanno dato la D per una specie e la C per le altre due. Spero tu capisca che non è per spirito di contraddizione che faccio notare certe cose, ma è anche uno stimolo a far vedere le cose da un punto di vista un po' più ampio. Io ho il difetto di essere curioso, mi dispiace... ma posso dire che non sempre è un male. Cercherò di spiegare meglio la cosa. A livello mondiale le kleinmanni possono essere commercializzate solo con la fonte D. Un allevatore europeo che abbia esemplari in fonte C non li può far uscire dalla Comunità europea. In coerenza con quanto sopra ripreso, infatti, l'allevatore europeo che può avere la fonte D, deve cioè essere registrato al segretariato mondiale della Cites. In caso contrario si becca la C. La fonte D non sarebbe dunque corretta per la II appendice, che d'altra parte non ha a livello mondiale le restrizioni della I appendice. Per fare un esempio, le Testudo graeca terrestris che sono arrivate a migliaia negli scorsi anni, sono frutto di operazioni di rancing, cioè animali raccolti in natura e quindi allevati in cattività a scopo commerciale secondo delle quote stabilite. Infatti, ad una analisi più attenta, l'Europa ha sospeso le importazioni di questi animali. Spero di essere stato chiaro. Il concetto è che il regolamento europeo è fortemente intrecciato con la convenzione delle parti firmata a livello planetario. Ovviamente non è una leggere, ma è un trattato ratificato ed accettato da tutti gli stati firmatari.

Dal punto di vista della protezione delle popolazioni naturali, gli animali in cattività sono una bomba ad orologeria, in particolar modo nelle zone dove insistono ancora popolazioni naturali. Che tu possa cederlo o meno, ci sarà sempre qualche furbone che libererà animali in natura, indipendentemente dalla possibilità o meno di poter vendere animali. Vedi cosa succede con tutti gli altri animali... Tutto il resto è demagogia. Se fosse per la comunità scientifica, nessuno avrebbe animali a casa, attento. E' la politica che invece gli mette un freno.

Spero con tutto questo di averti aperto una nuova finestra dove guardare per il tuo lavoro, perchè se sei così sensibilie allo spirito dei pagri fondatori, dovresti esserlo altrettanto per le disposizioni, per altro controfirmate dall'Europa, circa i comportamenti da tenere e le leggi da emanare. Insomma, nuovi spunti di confronto...
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Re: Tarta-Newsletter del 25 febbraio 2012

Messaggioda piecam » mar mar 27, 2012 10:54 pm

Ho esaminato molto attentamente il documento postato da Maurizio, per il quale lo ringrazio, essendo di sicuro interesse per tutti, tuttavia, devo dire che dal punto di vista tecnico giuridico non ha nessun valore, infatti, non risulta recepito o richiamato da nessuna norma nazionale o sovranazionale.
Di fatto i trattati internazionali, non sono direttamente applicabili se non espressamente recepiti o richiamati da una specifica norma che, allo stato, non risulta esserci.
Fra l’altro, non mi sembra nemmeno che abbia la forma giuridica del trattato internazionale. Piuttosto mi sembrano delle raccomandazioni, peraltro nemmeno totalmente condivise dai partecipanti (anzi, addirittura l’Europa sembra che partecipi solo in qualità di osservatore), ma sul documento non vi sono elementi sufficienti per stabilirlo con certezza.
Pertanto, giuridicamente parlando, quel “trattato” non è fonte normativa in Italia, e a quanto pare nemmeno in Europa, non essendovi alcun richiamo nel Reg. Ce 865/06 o successiva modifica 100/08, quindi nulla impedirebbe ad una circolare, un agente di polizia Forestale, ovvero un Pubblico Ministero di imputare per violazione della legge 150 art. 1 lettera c chi utilizza per scopo commerciale certificati con Fonte C.
Prova ne è che non esiste alcun regolamento per accedere al programmo di allevatore accreditato per produrre animali certificati fonte D, addirittura lo stesso Ministero, per ammissione stessa di Maurizio, fa confusione rilasciando senza un criterio fonti c e d.
Ritengo comunque molto interessante questo confronto con Maurizio, quale attento conoscitore (non giurista) delle norme che regolano la materia, in quanto mi aiuta a capire come sono interpretate dal ministero e dall’autorità Cites, e pur restando dell’idea che certe interpretazioni, dal punto di vista giuridico, in un tribunale non tengano, anzi siano profondamente scorrette, lo trovo comunque utile per la ricerca di una soluzione. Anzi se l’autorità Cites, prima di emanare certe circolari, si confrontasse con qualche giurista, molti processi inutili si potrebbero evitare.
Inoltre, il fatto che io richiami sovente lo spirito dei padri fondatori della Cites, non è perché io abbia una particolare venerazione per loro, ma semplicemente perché: in primo luogo, la legge 150 richiama espressamente la convenzione, in secondo luogo perché, quando una norma non è chiara, o non facilmente intellegibile, va interpretata secondo quanto voluto dal legislatore, e quindi si devono guardare i lavori preparatori o le norme che ne sono presupposto (si tratta di regole di interpretazione delle norme, non una mia fissazione).
I problemi dei conservazionisti, invece, continuo a pensare che possano essere superati solo mediante un capillare censimento di tutti gli animali in cattività, limitando al minimo i processi di riconoscimento (almeno per quanto riguarda i piccoli) in tal modo scongiurando al massimo il rischio di incauti rilasci, inevitabili se le cose restano come sono oggi.

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Re: Tarta-Newsletter del 25 febbraio 2012

Messaggioda tartamau » mer mar 28, 2012 7:56 am

Per tua ulteriore informazione, è in avanzato stadio di sviluppo una revisione della sanzioni. Queste si rendono infatti necessarie quando allo stato attuale viene sanzionato allo stesso modo un bracconiere ed un allevatore che ha sbagliato in buona fede a compilare il registro. Non tutte le cause giuridiche sono dunque inutili ed alla fine servono a far prendere coscienza di lacune normative. Quello che vorrei notare, è che ci sono persone sensibili, e con questo intendo attente ai reali problemi, all'interno dei Ministeri. Il vero problema sono la burocrazia, il ricorso a collaborazioni a tempo determinato ed altre storture, che alla fine generano enormi ritardi nell'intervento normale. Per fare un esempio concreto, mettiamo il caso di un tecnico che abbia un contratto di un anno: se riesce a finire un lavoro in quel tempo bene, ma se per vari motivi non ce la fa, difficilmente qualcuno lo riprenderà. Nella migliore delle ipotesi, dopo alcuni mesi a spasso, questo tecnico può essere riconfermato, ma ancora a termine, e potrà andare avanti con il lavoro, fin quando il tempo glie lo consentirà.
Meglio che qui mi fermi....
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Re: Tarta-Newsletter del 25 febbraio 2012

Messaggioda piecam » mer mar 28, 2012 10:12 pm

Molto bene, sono soddisfatto che qualcuno abbia preso coscienza che gli allevatori non possono essere trattati alla stessa stregua dei criminali, ma sicuramente, al di la delle autocorrezioni apportate dal Ministero, queste norme avranno bisogno di ancora molta strada da fare prima di raggiungere lo scopo per cui sono state emanate. E tutte le battaglie che si faranno, che siano nei tribunali, che siano nelle piazze o nei forum, contribuiranno ad un miglioramento.

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Re: Tarta-Newsletter del 25 febbraio 2012

Messaggioda Rucola » gio mar 29, 2012 9:09 am

piecam ha scritto:Molto bene, sono soddisfatto che qualcuno abbia preso coscienza che gli allevatori non possono essere trattati alla stessa stregua dei criminali, ma sicuramente, al di la delle autocorrezioni apportate dal Ministero, queste norme avranno bisogno di ancora molta strada da fare prima di raggiungere lo scopo per cui sono state emanate. E tutte le battaglie che si faranno, che siano nei tribunali, che siano nelle piazze o nei forum, contribuiranno ad un miglioramento.

E perchè non iniziare ad informare la stampa dell'assurdità di tali norme, a volte i giornlisti riescono ad ottenere risultati ininsperati.


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