LA TRUFFA DELLA VENDITA ON LINE DI SPECIE PROTETTE DALLA CITES (CONVETION ON INTERNATIONAL TRADE IN ENDANGERED SPECIES OF WILD FAUNA AND FLORA).
Gli illeciti riguardanti le specie di flora e fauna protette dalla CITES e perpetrati mediante l'uso di Internet, il World Wide Web, sono stati nel passato (anni 90') perseguiti con azioni singole e legate per lo più a segnalazioni di privati, associazioni o monitoraggi mirati da parte di uffici del Corpo forestale dello Stato. La dimensione del fenomeno e le ripetute segnalazioni che giungono da parte di singoli ed associazioni di categoria, come gli stessi commercianti che vedono in queste forme di commercio (legale o illegale) forme di concorrenza sleale, e gli illeciti riguardanti le autorizzazioni al commercio di animali rendono necessario un maggiore sforzo da parte della Forestale. Il Corpo forestale dello Stato è l'unica autorità di polizia che in questo settore può esprimere un insieme di conoscenze tecnico-specilistiche sulle specie trattate e di professionalità nell'applicazione delle procedure di polizia giudiziaria necessari ad assicurare l'incisività dell'azione di contrasto a questo fenomeno illegale in crescita. Inoltre si registrano sempre più spesso casi di annunci di vendita di specie "improbabili" come scimmie, rettili pericolosi, grossi felini che altro non sono che truffe dirette a incauti acquirenti che versano somme a titolo di anticipo a destinatari non tracciabili senza che poi a questi incassi segua l'invio del bene acquistato. In questo caso viene sfruttato il forte potere attrattivo esercitato dall'animale da compagnia, spesso offerto da cucciolo. Infatti persone sole, anziane o con scarse conoscenze delle conseguenze di tali acquisti si avventurano su questi siti aderendo a proposte di vendita "improbabili", appunto. Questo fenomeno rende ancora più necessaria l'azione di contrasto di personale specializzato formato ad affrontare questa nuova frontiera del crimine. La priorità tra i Wildlife Crime è sicuramente il Wildlife Web Crime: la frode telematica e l'utilizzo della rete per trafficare animali e piante, vivi o morti e parti derivate. Questo fenomeno, peraltro oggetto di importanti investigazioni in corso, riguarda gli annunci di vendita di animali vivi come tartarughe, rettili in genere, avorio, corni di rinoceronte e molto altro. A questo proposito, dopo aver svolto già importanti operazioni come quella sulle tartarughe in Emilia Romagna nel 2009-2010, o quella sulla vendita di serpenti velenosi a Perugia, che venivano proposti via Internet, pensiamo di creare una vera e propria task force che lavorerà solo al monitoraggio di questo fenomeno per fornire rapporti investigativi alle strutture periferiche per le attività repressive di queste nuove forme di traffico. Si tratterà di capire quante di queste inserzioni corrispondano a condotte illegali e quante siano il frutto del trasferimento sulla rete del mercato di animali dei negozi della strada. Vengono proposti sul web in varie lingue tradotte con Google scimpanzé, scimmiette sudamericane, o ancora caimani, cuccioli di leone o tigre di cui notoriamente è vietata la detenzione in Italia, accompagnati da documentazione falsa, spesso ottenuti con collage di documenti CITES africani (soprattutto Gabon) scannerizzati grossolanamente. Vengono chiesti acconti e pagamenti postali ai quali sicuramente non seguirà alcuna spedizione di animali. La truffa è servita. Cifre che vanno dai 300 ai 1.000 euro, moltiplicate per le migliaia di annunci diffusi ogni paese del Mondo, guadagnati senza fatica a spese di gente che, poco informata e accorta, ha l'unica colpa di avere un amore incondizionato per gli animali, tanto da ricercarli ad ogni costo e con ogni mezzo".
Sovrintendente Marco Fiori
Servizio CITES Centrale del Corpo forestale dello Stato
http://www3.corpoforestale.it/flex/cm/p ... agina/4272