Reintroduzione in natura

Avatar utente
feeltheli
Messaggi: 54
Iscritto il: gio ago 11, 2011 10:55 am
Regione: Lazio

Reintroduzione in natura

Messaggioda feeltheli » gio ago 25, 2011 4:06 pm

Mi domando una cosa, più che altro per quanto riguarda le nostre tartarughe autoctone, ovvero le testudo herma hermanni. So che in natura la specie è minacciata e non ci sono moltissimi esemplari. In cattività però mi pare di capire che ce ne siano considerevolmente...non sarebbe possibile quindi reinfoltire la popolazione selvatica con quella nata in cattività? Ad esempio leggevo che chi cede le proprie tartarughe alla forestale (anche se a me la forestale 2 anni fa disse che non si occupano più delle tartarughe) quest'ultima le porta in qualche centro specializzato. Ecco non sarebbe più opportuno reintrodurle in natura? Anche perchè la tartaruga, anche se tenuta in cattività (in giardino) non credo abbia particolari priblemi poi a vivere in un luogo selvatico. Cioè non mi pare diependano particolarmente dall'uomo, se non per il cibo, e se reintrodotte in un ambiente naturale a loro consono il cibo non mancherebbe. Cosa ne pensate?

tartapiero
Messaggi: 144
Iscritto il: mer nov 02, 2005 6:47 pm
Località: Puglia

Re: Reintroduzione in natura

Messaggioda tartapiero » gio ago 25, 2011 6:37 pm

La cosa è praticamente improponibile in queanto, a meno che non si conosca l'esatta locality degli esemplari, la reintroduzione in natura di esemplari di cattività rischierebbe di compromettere la purezza biologica dei pochi esemplari rimasti wild.

Avatar utente
tartamau
Messaggi: 1232
Iscritto il: gio set 15, 2005 7:25 pm
Località: Toscana
Contatta:

Re: Reintroduzione in natura

Messaggioda tartamau » ven ago 26, 2011 8:15 pm

Aggiungo inoltre che si rischierebbe seriamente di introdurre malattie e parassitosi che qui da noi in natura non esistono e che invece sono comuni in altre Testudo di provenienze diverse. L'unico modo per sperare di avere animali puliti è quello di far nascere i piccoli in incubatrice (ma qui si apre un altro grosso problema sull'invesione sessuale) in modo tale che non vengano mai in contatto con gli adulti, con i recinti da loro frequentati, con la polvere proveniente dagli stessi, escrementi, cibo mangiucchiato. Noi stessi siamo vettori e pertanto i recinti delle baby devono essere fatti con un riporto di terra di non meno di 20cm se prima ci hanno soggiornato altri esemplari, non vi si deve entrare se non con calzari sterilizzati e bisogna sempre usare guanti mono uso nella manipolazione. Fatto questo difficilmente applicabile in normali condizioni.
Piuttosto, gli animali ormai in cattività, almeno fino a quando la specie non rischierà veramente l'estinzione, dovranno servire a soddisfare il mercato al fine di ridurre il prelievo in natura.
www.testudoalbino.com

Avatar utente
Flavio
Messaggi: 2315
Iscritto il: mer mar 08, 2006 9:59 am
Regione: Piemote
Località: Piemonte
Contatta:

Re: Reintroduzione in natura

Messaggioda Flavio » lun ago 29, 2011 1:44 pm

Aggiungo una mia personalissima e quindi discutibile opinione, è ormai assodato che tolte poche zone, vuoi a causa della cementificazione, dello sfruttamento agricolo, di quello industriale, dell uso di pesticidi in agricoltura, del randagismo sia felino che canino, sostengo che le tartarughe siano certamente al sicuro nei nostri giardini che non in "certa " natura.
E' certamente cosa buona e giusta proteggere gli esemplari ancora presenti in natura, proteggendo il loro ambiente e combattendone il bracconaggio, pensare di impinguarne il numero ( fatta forse eccezione per le emys orbicularis ) oltre ai rischi sopra descritti, penso possa essere un iniziativa inutile o addirittura contro producente ( lo affermo verificando di fatto le volpi ed i ricci morti schiacciati ai bordi delle strade, o pensando alle diatribe legali causate dai cinghiali immessi a scopo venatorio in zone evidentemente non congeniali, visto che si spostano agevolmente causando danni ingenti ).
Dobbiamo pensare seriamente se l' ambiente attuale, o almeno quello che ne rimane, sia davvero congeniale alla vita di alcune speci, o se malgrado tutto per evitarne l' estinzione non si debba ricorrere alla triste risorsa della cattività.


Torna a “Sezione normativa”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 40 ospiti